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Paranormale


Prima di tentare di dare una definizione della dimensione paranormale, bisogna considerare la cd dimensione “normale”. La normalità è riferita ad un mondo, un mondo è il risultato dell'interazione di un collettivo psichico con un determinato ambiente culturale. Così esistono, per esempio, il mondo delle api, il mondo dei microbi, etc.
In ogni mondo esistono norme culturalmente stabilite; in un determinato mondo possono accadere eventi e condotte anormali, ma questo non ha relazione con la dimensione paranormale. I comportamenti anormali non rispettano le norme, ma non sono necessariamente disfunzionali. La presenza di un pubblico ministero che dirige il traffico su di un cammello nel centro di New York, rappresenterebbe qualcosa di anormale, ma potrebbe funzionare.

Ogni psiche rappresenta un livello di percezione, implica inoltre restrizioni che limitano la percezione della realtà. Questi restrizioni percettive fanno in modo che tutti gli stimoli che sono inviati dall’ ambiente collettivo non possono essere captati. Questa interpretazione amplia la nozione di normalità, basando, inoltre, la definizione di paranormale che desideriamo precisare, su di una matrice di realtà dimensionali.
Anche la realtà è un risultanto interattivo che potrebbe essere condiviso da differenti collettivi naturalemente in maniera differente. Un uccello con un'ala rotta potrebbe avere paura davanti alla presenza di un gatto, ma se un elefante entra in scena non avvertirà nessun timore; tuttavia se si presentasse un incendio, i tre fuggirebbero. Tutto questo è possibile finché il collettivo condivide le stessi restrizioni percettive.

La percezione, ovvero tutto ciò che riusciamo a captare e sentire, implica, la percezione dello spazio, ovvero la dimensione. L'ape muore tentando di attraversare il vetro, (in quanto è attratta dalla luce che percepisce dall’ altro lato ed inoltre la sua limitazione riguardo il senso dello spazio, non gli permette di rendersi conto del pericolo e di riuscire a vedere la giusta direzione per evitare l'ostacolo. Un essere umano riuscirebbe invece ad aggirare il pericolo in quanto la nostra percezione dello spazio è tridimensionale.

La dimensione “normale”, inoltre, fa parte di quei paradigmi che sono una specie di modello generalizzato per riuscire a capire la realtà, secondo Adam Smith, afferma che il ristretto schema dentro il quale viviamo è essenzialmente razionale e scientifico: solo ciò che può essere ripetuto da altri uomini di scienza, solo ciò che è misurabile può trasformarsi in "verità." Inevitabilmente qualsiasi cosa che non rispetti tale schema ci disturba….. Finché questo paradigma esisterà la collettività non potrà investigare e riuscire a capire la dimensione paranormale, principalmente perché questi fenomeni non possono essere controllati ne tanto meno sono ripetibili.

Possiamo quindi dedurre facilmente che la normalità di un determinato mondo, qualunque mondo, si identifica nella realtà, una realtà infinita come l'universo, un mondo rappresenta un sottoinsieme molto piccolo all’ interno dell'universo.
Considerando questo ordine di idee la cosa paranormale potrebbe essere una perturbazione o un'interpretazione della realtà, come lo suggerì a sua  volta l'astrofisico Dr. Allen Hynek. Se qualcuno prende una formica con una pinza e la colloca due metri più in là, la formica, che non percepisca lo spostamento, non potrà mai capire quello che è successo, di conseguenza questo per lei è qualcosa di paranormale.

Qualunque manifestazione o percezione che non sia codificata dentro il nostro modello di normalità è in realtà paranormale e, pertanto, a volte sconcertante. Chiacchiera Fort si occupò di classificare alcune di queste manifestazioni e li denominò "fatti maledetti". Lo studio della dimensione paranormale esige una mente davvero scientifica, rigorosa ma soprattutto aperta, priva di pregiudizi e libera da preconcetti, pronta a captare qualunque segnale.





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